“L’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri” diceva Edgar Degas. Eppure, sembra che questo messaggio sia stato cancellato dai programmi scolastici di molti nostri ragazzi. Oggi voglio parlare di un tema che mi sta particolarmente a cuore: l’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole italiane.
Stamattina ho avuto il piacere di conversare con un’amica che è insegnante di diritto. La sua osservazione mi ha colpito come un fulmine: due figli di un collega del suo compagno si sono diplomati senza aver studiato la storia dell’arte. “È come navigare senza bussola” avrebbe detto lei, “senza conoscere la rotta della nostra storia artistica, rischiamo di perderci nel mare della cultura”.
E ha ragione. In un paese come l’Italia, dove l’arte è il dna della nostra identità, è assurdo che i nostri ragazzi possano crescere senza avere alcuna nozione di arte. È come avere gli occhi senza vedere, le orecchie senza sentire. L’arte non è solo una materia di studio, ma un modo per comprendere il mondo che ci circonda, per apprezzare la bellezza e la storia che ci hanno preceduto.
Mi trovo pienamente d’accordo con la mia amica che crede sia giunto il momento di proporre una legge che renda l’insegnamento della storia dell’arte obbligatorio in tutte le scuole superiori, non solo nei licei. In questo modo, potremmo garantire a tutti i nostri ragazzi una formazione più completa e una maggiore consapevolezza del patrimonio artistico e culturale che li circonda.
Spero che questo articolo possa essere lo spunto per una riflessione più ampia su questo tema. Come diceva Stendhal, “la bellezza è una promessa di felicità”. Diamo ai nostri ragazzi la possibilità di conoscerla e di amarla.
Stefania Lo Piparo

