Il libro: “Quaderni di_versi” di Alessandro e Alessia Regazzoni | Recensione di Alberto Raffaelli per Segnalazioni Letterarie

da | 27 Gennaio 2025 | Libri

È rivelatoria fin dal titolo questa sorta di “zibaldino” in cui il lombardo Alessandro Regazzoni, con l’ausilio della figlia Alessia e della moglie Gabriella, propone la propria raccolta volutamente priva di filo tematico, formale e cronologico (come pure di attribuzione autoriale univoca): le parti infatti si configurano nel loro complesso come prose liriche pronte ad assecondare i movimenti dell’anima, senza misure convenzionali e affidate al dis-ordine e all’il-logicità (apparente).

Ad animare l’agile ma assai sentito libretto è un collage di tante piccole madeleines distribuite nel tempo e nello spazio (privilegiato è quello dell’assai suggestiva Val di Ledro), nella consapevolezza di un trapasso epocale, in cui un genitore – pur con la massima benevolenza possibile – osserva sé stesso, i suoi ricordi personali e familiari nonché i propri figli come continuità tra tempo andato e presente, tentando soprattutto di mostrare a questi ultimi l’attualità di un passato che, pur se prossimo, rischia di essere ignorato.

“Qui si naviga a vista, non ci sono né bussola né istruzioni per l’uso a indicare la rotta e la meta”, da “naufraghi dell’inchiostro” che si lasciano “condurre, accompagnati da un vago sentore di aghi di pino e di ciclamini”: la bellissima valle trentina – “dai contorni un po’ impressionisti e un po’ rétrò” e suscitatrice di “odoricordi”, veri “dolcetti” olfattivi sinestetici e procacciatori di memorie – è il luogo dell’anima costantemente richiamato, in racconti e descrizioni.

“Quaderni di_versi” vive su un sotteso scambio tra il visibile e il descritto (quantomeno per punti essenziali), ovvero ciò che riscalda il cuore, e invece gli spazi sottintesi del lavoro e della produzione: il mondo dei supermercati, non-luoghi per eccellenza e dunque forse non necessitanti (più che non meritevoli) nemmeno di raffigurazione, persi in una scontata autoreferenzialità all’insegna “dell’offerta irrinunciabile e salvifica” (in ciò sineddochi del mondo odierno).

Senza moralismi e con una scrittura il cui giusto distanziamento ironico è rivelatore di una saggezza precocemente raggiunta vista l’età non senile, Regazzoni riesce nell’intento di raccontare “cautamente” (avverbio rivelatorio di un atteggiamento non aggressivo né prono ad anacronistiche nostalgie) ai suoi due millenials un tempo che – anche grazie a queste pagine – non è perduto.

Ed è proprio nel carattere di “cadeau” filiale che si rivela il senso ultimo e lirico di questi “Quaderni di_versi”: ancor più che in un frammentismo da intendersi come specchio formale della coscienza estrema di un mondo che sta cambiando in modo – per la prima volta nella storia – incontrovertibile, il suo nucleo essenziale sta nel saper cogliere e regalare attimi “di una storia antica e nuova, che altro non è se non la loro storia, cominciata molto tempo prima che loro ne fossero parte”.

Alberto Raffaelli

Il libro:

Alessandro e Alessia Regazzoni, “Quaderni di_versi”, auto-pubblicato, 2024

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Segnalazioni Letterarie

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