Un sorso per cambiare destino: il pozzo che risveglia l’anima

da | 24 Maggio 2025 | Attualità, Libri

di Franca Spagnolo

C’è un atto di fede verso se stessi che io definisco miracolo: il risveglio dell’anima.

E se vi dicessi che esiste un pozzo dove bere l’acqua che può risvegliare l’anima?

Avvolta nel silenzio che resiste al tempo, si nasconde a Roma un luogo che non grida, ma parla adagio: è la Chiesa di Santa Maria della Via, detta della Madonna del Pozzo. Una chiesa che pare voler restare un segreto custodito non da mura, ma da un’acqua che non si beve soltanto con le labbra – ma con lo spirito.

La leggenda dice che al posto della chiesa c’era il palazzo del Cardinale Capocci. Nelle stalle del palazzo, c’era anche un pozzo. La notte tra il 26 e il 27 settembre del 1256, un servo del cardinale – per sbaglio o per destino – fece cadere del pozzo un’immagine della Madonna, dipinta su una tegola di terracotta. Ed è allora che accadde l’impossibile! L’acqua iniziò a salire, a gonfiarsi, a traboccare. Come se volesse restituire ciò che era stato perduto. Come se quella caduta avesse generato un richiamo dall’alto.

La leggenda narra…ma l’anima intuisce.

In quella risalita improvvisa dell’acqua (da un luogo oscuro verso la luce), c’è tutta la simbologia del nostro spirito. Come l’immagine della Vergine, anche ciò che amiamo può precipitare, ma è nella profondità che accade il mistero: l’elevazione non è mai un miracolo senza radici, è sempre un ritorno dal fondo.

Quell’acqua che oggi zampilla silenziosa dietro un’inferriata, continua a parlare a chi ha perso fiducia, a chi cerca una tregua, ha chi ha bisogno di lasciar andare la sfortuna e bere un po’ di senso. Non disseta il corpo, ma qualcosa di più inaridito: la speranza.

L’acqua del pozzo non promette miracoli spettacolari, ma guarigioni sottili. Scioglie nodi invisibili… quelli che stringono l’anima. Non cambia il mondo attorno, ma qualcosa dentro. È come se dal fondo si elevasse una voce che ci chiedesse semplicemente di tornare a noi stessi.

In quella navata, il tempo rallenta e man mano si ferma per ascoltare il silenzio. Le persone sembrano entrare in punta di piedi, non per rispetto, ma per pudore: il dolore, lì dentro, si sente accolto, mentre l’acqua si prende il suo tempo per parlare. Goccia dopo goccia, qualcosa si apre… un pensiero lasciato andare, una paura lasciata giù, una colpa lavata via.

Non importa credere o no, “ il pozzo funziona lo stesso”. Perché il vero miracolo è trovare un luogo dove poter ricominciare da dentro, con un sorso d’acqua e un silenzio che consola.

E se la sete di speranza fosse solo la fame silenziosa dell’anima? 

Namasté

Franca Spagnolo

Franca Spagnolo

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