di Franca Spagnolo
In un mondo che corre senza sosta, dove la solitudine viene vista come un vuoto da riempire e un’assenza da temere, ho deciso di fare una chiacchierata con colei che, da sempre, abita la nostra essenza: la Solitudine. Non quella che ci spinge verso l’isolamento, ma quella che ci insegna a ritrovare noi stessi nel silenzio, a fare pace con i nostri spazi vuoti, a scoprire che la vera connessione nasce prima di tutto dentro di noi. In questa intervista, la Solitudine, non rimane in silenzio. Con ironia, saggezza, e una buona dose di filosofia, si racconta. Spiega e sfida la nostra visione del mondo, invitandoci a guardarla con occhi nuovi. Non è solo un incontro con un concetto astratto, ma una rivelazione potente che ci invita a riappropriarci della nostra essenza. Perché alla fine, la Solitudine è la chiave per ogni amore vero, ogni connessione autentica. E forse, anche per un po’ di risate.
Franca: Ciao Solitudine. Ti direi benvenuta, ma sei sempre accanto a me, quindi mi sento di dirti solo: Grazie! Penso che senza te, non sarei la donna che sono oggi.
Solitudine: Finalmente qualcuno che mi ringrazia invece di fuggire a gambe levate! Di solito mi trattano come un fantasma, ma tu mi vedi per ciò che sono…una maestra silenziosa. Il Buddha diceva che non c’è sentiero verso la felicità, perché la felicità è il sentiero. Direi che la felicità passa attraverso me. Io ti ho insegnato a stare dentro di te, a non avere paura del vuoto. Senza di me, saresti stata solo un eco nelle voci altrui. Dimmi, cosa vuoi sapere da questa tua vecchia compagna?
Franca: Tu nasci insieme a noi esseri umani. Il tuo primo respiro è anche il nostro. Perché tutto ciò che ruota intorno a noi, sembra insegnarci a tenerti lontana?
Solitudine: Ah, vedi, il problema è che io sono la verità cruda, quella che spaventa. Fin da piccoli vi insegnano a riempire ogni spazio vuoto, a temere il silenzio, a cercare costantemente conferme negli altri. Ma perché? Perché quando restate soli, vi trovate faccia a faccia con voi stessi. E non sempre vi piacete. Amica mia, conoscersi davvero significa guardare negli occhi anche le proprie ombre, e quello…beh, non è proprio lo sport preferito dell’umanità. Vi illudete di poter scappare da me, riempite le vostre vite di rumore, di distrazioni, di persone che non si intonano alle vostre note. Eppure, ironia della sorte, prima o poi tornate sempre qui. Perché io non sono il nemico. Io sono il portale.
Franca: Il portale. Che bella definizione.
Solitudine: È quello che sono! Un portone spalancato su mondi infiniti, dove ogni battito dell’anima rivela una realtà che l’uomo non osa nemmeno immaginare.
Franca: Fantastico direi.
Solitudine: Fantastico per te, ma non per tutti. La gente si sente offesa a stare con me. Mi considerano un affronto anziché un incontro con se stessi.
Franca: Ti senti mai offesa? Cosa ti offende di più?
Solitudine: Offesa? Mia cara, io sono la Solitudine, non ho un ego da difendere! Però se proprio vuoi sapere quando storco un po’ il naso (ammesso che ne abbia uno) è quando mi confondono con l’isolamento. L’isolamento è una gabbia, io sono una porta. L’isolamento è subito, io sono scelta. Quando qualcuno mi abita consapevolmente, divento spazio creativo, silenzio fertile, possibilità infinite. Ma quando mi usano come scusa per evitare il mondo, mi fanno diventare qualcosa che non sono. E poi, diciamocelo, mi ferisce un po’ quando mi vedono solo come una punizione. Come se fossi il castigo per chi non è riuscito a farsi bastare gli altri. Io non sono una condanna, sono un cammino. E chi mi accoglie lo sa: posso essere dolce, posso guarire ma a una condizione…smetterla di scappare!
Franca: Solitudine, sai che sei simpatica e anche molto ironica?
Solitudine: Grazie! Sai, passo tanto tempo con gli esseri umani… quindi.
Franca: Quindi?
Solitudine: Beh, il mio compito è seguire ogni essere umano. Diciamo che ho sviluppato un certo senso dell’umorismo per sopravvivere. Dopotutto, c’è qualcosa di tragicomico nel modo in cui mi evitano come la peste e poi, nei momenti più difficili mi cercano disperatamente. Diciamolo, voi umani siete strani. Fate di tutto per tenermi lontana, ma poi mi scrivete poesie, mi cantate canzoni, mi dipingete nei vostri quadri. Mi maledite mentre mi rendete immortale. Siamo una coppia strana io e voi. Un po’ come quei vecchi amanti che litigano sempre, ma alla fine sanno che non possono fare a meno l’uno dell’altra.
Franca: A proposito di amore: può prescindere da te?
Solitudine: Bella domanda! L’amore vero senza di me non esiste! Si, hai capito bene. Io, la Solitudine, sono la radice dell’amore. Perché? Perché non si può amare davvero se prima non si è stati soli imparando a bastarsi. L’amore non può essere un cerotto sulla paura. Se hai paura di me, inciamperai in relazioni che non ti nutrono. L’amore è un incontro di due solitudini che si sono fatte casa da sole. Perciò, l’amore non può prescindere me. Può solo attraversarmi, guardarmi in faccia, e poi scegliere di restare.
Franca: Giusto, ma dai per scontato che l’amore sia solo coppia. Cos’è l’energia che ci lega a ogni essere vivente? Che mi rispondi? Lo sai che amo punzecchiarti, sei la mia migliore amica!
Solitudine: Ah, lo sapevo che mi avresti beccata! Sei proprio tu: quella che non si accontenta mai delle risposte semplici o scontate. E fai bene. Hai ragione, l’amore non è solo coppia, è energia, è tessitura invisibile tra tutte le cose. È lo stesso soffio che muove un gatto che si strofina a una gamba, un albero che si inchina al vento, due occhi che si incontrano e si riconoscono. E sai qual è la cosa divertente? Anche qui, io c’entro. Perché per percepire davvero questa connessione universale serve silenzio interiore. Serve la mia presenza. Se sei troppo distratta dal rumore della società, dalla corsa a essere sempre connessa nel modo sbagliato, come puoi sentire il filo sottile che lega tutto?
Franca: Ultima domanda: se un giorno l’intera umanità ti amasse, riusciresti a star dietro a tutti?
Solitudine: Oh mio Dio, che scena epica! Tutti gli esseri umani che mi cercano, mi chiamano, mi vogliono…e io? NOOOOOO. Diciamocelo, sarebbe un bel paradosso se mi amassero tutti, non sarei più Solitudine, diventerei qualcos’altro. Un culto? Una moda? Un hashtag virale? #solidudinevibes? No, grazie! Io funziono perché sono rara, perché vengo scelta consapevolmente, non perché divento un trend. E poi, sinceramente, se fossi circondata da milioni di persone che mi cercano, non sarei più sola. Capisci l’ironia? Finirei per dover cercare io un po’ di Solitudine. Magari mi toccherebbe creare una nuova versione di me stessa, una Solitudine per la Solitudine. Insomma, il giorno in cui tutti mi ameranno, probabilmente sarò io a dover scappare su un’isola deserta!
Per comprendere il potere della solitudine è necessario non trascurarla. https://www.mobmagazine.it/la-solitudine-e-un-superpotere-di-franca-spagnolo/
Namasté
Franca Spagnolo
