L’arte della co-regia: Simona D’Angelo e Davide Lo Coco raccontano i retroscena de “Il profumo dell’Audacia”

da | 01 Maggio 2025 | Interviste, Teatro

Intervista a Simona D’Angelo e Davide Lo Coco

1. Simona,come è nata l’idea di condividere la regia di Il profumo dell’Audacia e cosa vi ha spinto a intraprendere questo percorso insieme, sia come registi sia come interpreti?
L’idea di condividere la regia è nata in modo spontaneo, durante i nostri primi incontri di lavoro. Fin da subito abbiamo percepito una sintonia naturale nel modo di approcciare il testo e le sue esigenze sceniche. È stato un passo quasi inevitabile: ci siamo riconosciuti nella stessa sensibilità artistica e abbiamo deciso di unire le forze, condividendo anche la sfida di essere interpreti oltre che registi.

2. Davide, il processo creativo è stato spontaneo o avete seguito un metodo preciso per coordinare le vostre idee e visioni artistiche? In che modo avete strutturato il lavoro di regia a quattro mani?
Il processo è nato in maniera molto spontanea. Ogni incontro di lavoro è stato uno spazio di scambio libero e rispettoso, dove ognuno ha portato idee e suggestioni. Non abbiamo seguito un metodo rigido, ma ci siamo affidati al confronto continuo, integrando di volta in volta le proposte, valutandole insieme fino a raggiungere una sintesi  pienamente condivisa.

3.Simona, in un progetto condiviso possono emergere visioni diverse: come avete gestito le divergenze creative? C’è stato un episodio particolare in cui avete dovuto trovare un compromesso?
Certamente ci sono state delle piccole divergenze su alcuni aspetti della messa in scena, ma nulla che non sia stato affrontato con apertura e dialogo. Ogni differenza di visione è diventata un’occasione per approfondire e migliorare il lavoro. Il confronto ci ha permesso di sviscerare ogni punto e trovare soluzioni che ci rappresentassero entrambi.

4.Davide, lavorare a quattro mani richiede molta fiducia e apertura. Quali qualità artistiche e umane avete riconosciuto l’uno nell’altro durante questo percorso?
Abbiamo riconosciuto reciprocamente grande umiltà e disponibilità a mettersi in gioco. La capacità di ascoltare davvero l’altro, senza imposizioni, è stata fondamentale. E poi la serietà nel rispettare l’impegno creativo, unita alla leggerezza di sapere accogliere anche le incertezze e trasformarle in spinta per crescere.

5. Simona,essendo entrambi anche protagonisti sulla scena, come avete vissuto il doppio ruolo di registi e attori? Quali strategie avete adottato per mantenere lucidità artistica senza perdere l’autenticità interpretativa?
Non è stato semplice, ma abbiamo vissuto questa doppia veste come una straordinaria opportunità. Abbiamo costruito un clima di fiducia reciproca: mentre uno di noi era immerso nell’interpretazione, l’altro osservava, suggeriva, correggeva con delicatezza. Ci siamo affidati molto all’ascolto interno e al rispetto dei tempi di crescita di ogni scena.

6. Davide, Il profumo dell’Audacia racconta la storia di donne capaci di resistere alle ingiustizie. Come avete lavorato per trasmettere la forza, la delicatezza e la resilienza di queste figure storiche senza cadere nella retorica?
Abbiamo scelto di raccontare la parte storica, con verità e rispetto, senza idealizzare né edulcorare. Volevamo che il pubblico percepisse la grandezza di queste donne attraverso la semplicità e l’umanità, senza bisogno di enfasi artificiose.

7. Simona, l’idea di un doppio finale in stile pirandelliano è una scelta molto forte. Come avete costruito il ritmo e la tensione drammaturgica per condurre lo spettatore verso questo sorprendente ribaltamento?
Abbiamo lavorato molto sulla tensione interna dei personaggi e sull’alternanza dei registri emotivi. Il doppio finale è stato costruito come un crescendo naturale: tutto nel racconto e nella scena spinge verso una prima conclusione “credibile”, che però viene improvvisamente ribaltata, aprendo nuovi interrogativi. È una scelta che vuole coinvolgere lo spettatore anche oltre il sipario.

Il profumo dell’audacia_Simona D’Angelo e Davide Lo Coco

8. Davide, c’è un momento delle prove che porterete sempre con voi? Una scena, una scelta registica o anche un semplice scambio che sentite rappresentare il cuore di questo progetto?
Ogni momento condiviso è stato prezioso, ma forse il più intenso è stato quando abbiamo definito insieme il significato profondo del gesto finale di Alba. È stato un istante di sintonia totale, in cui abbiamo percepito che la storia aveva finalmente trovato il suo respiro completo.

9.Simona, quanto è stato importante, nella creazione dello spettacolo, il rapporto con gli elementi scenografici, i costumi e le atmosfere sonore? In che modo questi aspetti hanno dialogato con la vostra regia?
Gli elementi scenografici e i costumi sono parte integrante della narrazione. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la scenografa e costumista Sara Leone per creare ambienti evocativi ma essenziali, che suggerissero luoghi ed emozioni senza sovraccaricare la scena. Anche il suono ha avuto un ruolo fondamentale: la dimensione acustica accompagna i sensi e sottolinea i momenti di svolta emotiva.

10.  Davide , quando e dove debutterà lo spettacolo Il profumo dell’Audacia?
Il profumo dell’Audacia debutterà in prima assoluta dal 23 al 25 maggio 2025 nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo. Le repliche si terranno: venerdì 23 maggio alle ore 21:00, sabato 24 maggio alle ore 21:00 e domenica 25 maggio alle ore 19:00.
I biglietti saranno disponibili a partire da martedì 29 aprile su Vivaticket, al Botteghino del teatro Biondo oppure in prevendita presso la P.A.T. in Via Giuseppe Paratore n. 17, a Palermo.

11.  Simona,puoi raccontarci brevemente la sinossi de Il profumo dell’Audacia?
Ambientato in Sicilia nel 1946, Il profumo dell’Audacia racconta la storia di Alba Torrisi, una scrittrice non vedente che si trasferisce da Catania a Milazzo, nella casa ereditata dai suoi nonni, con l’intento di raccontare la vita delle gelsominaie della Piana di Milazzo. Un evento traumatico interrompe il suo progetto, finché l’arrivo di Lorenzo, giovane voce radiofonica, riapre antiche ferite e fa emergere verità a lungo taciute. Un racconto intenso e commovente, dove storia, memoria e passione si intrecciano in un crescendo drammaturgico che culmina in un doppio finale sorprendente e pirandelliano.

12 . Dopo questa esperienza, come guardate oggi al lavoro condiviso in regia? Pensate che il confronto creativo sia una strada da continuare a percorrere in futuro? Avete già in mente nuove collaborazioni?

Simona :
“Questa esperienza ha rafforzato in me la convinzione che il confronto creativo, quando è autentico e rispettoso, possa portare risultati sorprendenti. Lavorare insieme ha arricchito profondamente il mio modo di vedere la scena e di costruire emozioni. Mi piacerebbe continuare a collaborare con Davide, perché credo che la fiducia e la sintonia che abbiamo costruito possano dare vita a nuovi progetti altrettanto intensi.”

Davide :
“Per me è stato molto stimolante affrontare una regia condivisa. Credo che quando si trovano le persone giuste, con cui esiste una reale apertura e una passione comune, il confronto diventi una risorsa e non un ostacolo. Questa esperienza mi ha lasciato il desiderio di proseguire su questa strada e sicuramente sarei felice di intraprendere nuove avventure artistiche insieme a Simona.”

Il profumo dell’audacia

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