Il 20 maggio arriva in libreria “La Bellezza raccolta. L’arte contemporanea nella Collezione della Casa Museo Thule”, il nuovo saggio firmato da Tanino Bonifacio, critico d’arte che da tempo intreccia riflessione estetica e scrittura.
Il libro è dedicato a una parte della vasta collezione di Tommaso Romano — filosofo, poeta, scrittore — e ci conduce dentro le stanze della “Casa Museo Thule”, a Palermo. Pubblicato da Caracol, il volume si apre con la prefazione dello storico dell’arte Aldo Gerbino e accoglie anche un intervento di Salvatore Ferlita, saggista e critico letterario. Bonifacio esplora con sguardo storico e critico il nucleo contemporaneo della raccolta, costruita negli anni con un’attenzione capace di mettere in dialogo passato e presente, modernità e memoria. La collezione si snoda attraverso opere di artisti attivi dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri, dentro una varietà di linguaggi che sfuggono a una classificazione rigida: tra questi, Fortunato Depero, Renato Guttuso, Marino Mazzacurati, Salvatore Fiume, Giuseppe Migneco, Bruno Caruso, Gianbecchina, Sebastian Matta, Renato Mambor, Enrico Baj e Tano Festa.
Nel saggio non c’è solo l’analisi delle opere: Bonifacio affronta anche il tema del collezionismo come gesto interiore, come esercizio di memoria e identità. La Casa Museo, allora, non è solo un contenitore di oggetti d’arte, ma un racconto. È lo spazio in cui si intrecciano vita e pensiero, una mappa simbolica della biografia culturale e spirituale del collezionista. Per Bonifacio, Thule è un luogo dove si entra in contatto con qualcosa che va oltre il visibile. È un teatro, dice, in cui la bellezza si manifesta in tutte le sue forme, aprendo al visitatore la possibilità di un viaggio lento e contemplativo, uno spazio dove l’arte diventa rivelazione e mistero.