di Meri Lolini
Carissima Antonietta tu rappresenti la cultura in ogni sua forma. Infatti sei un’insegnante, una scrittrice , una poetessa ed anche una giornalista. Raccontaci di questa tua grande passione per la cultura e come la vivi nel tuo tempo.
Sin da bambina, ho amato leggere, la lettura mi ha salvata dai dolori che hanno travolto la mia famiglia, i libri sono stati i miei amici e attraverso loro ho trovato le risposte alle mie tante domande. Ho sempre pensato che solo attraverso la conoscenza potevo davvero diventare una donna libera. Ho amato lo studio umanistico e sin da bambina amavo scrivere. Quando frequentavo la seconda elementare, mia nonna mi affidò un lavoro: andavo da una signora molto anziana, Donna Betta, che viveva da sola e le leggevo le lettere del nipote che viveva a Torino e rispondevo alle lettere, ricordo che mi sono guadagnata 500 lire a soli sette anni. Da grande la passione aumentò e mi ritrovai a scrivere incipit per le scuole e poi iniziai a pubblicare libri per bambini, poi arrivò la voglia di pubblicare poesie, che tenevo gelosamente nascoste in un cassetto. Ho cercato di imparare le tecniche di scrittura, così ho fatto moltissimi corsi di formazione ed alta formazione di scrittura creativa e un anno di perfezionamento di scrittura post laurea. Non sono giornalista, in quanto non mi sono mai iscritta all’ordine, ma ho conseguito dopo la laurea un master di giornalismo culturale e ogni tanto mi piace scrivere degli articoli. Il mio ingresso in Accademia Tiberina ha segnato una svolta importante nella mia vita, in quanto posso dedicarmi alla cosa che più amo: la letteratura. Mi sono laureata in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma con una tesi sul Cardinale Giuseppe Guarino e per svariati anni ho diretto un Centro Studi a Messina che portava il suo nome , in quel periodo iniziai a lavorare a scuola e mi dedicai a far diventare la mia tesi un saggio che fu pubblicato: era la mia prima creatura, ma non l’unica, ad oggi conto svariate pubblicazioni su antologie italiane e straniere, su riviste italiane e straniere, saggi a piu mani e sillogi e racconti per ragazzi. Amo tutto ciò che faccio compreso il mio lavoro d’insegnante. La passione per la cultura è un viaggio senza fine! Che si tratti di libri, arte, musica o tradizioni, ogni aspetto ci offre una nuova prospettiva sul mondo. Adoro immergermi nei romanzi e lasciarmi trasportare dalle storie, ma anche visitare musei e scoprire artisti che hanno lasciato il segno. La cultura è un mosaico di esperienze che arricchisce la nostra vita e ci connette con gli altri. Ogni incontro culturale è come un piccolo tesoro che aggiunge colori al nostro quotidiano.
Sei Accademica Ordinaria nell’ Accademia Tiberina e ti sei occupata dell’organizzazione dei due concorsi letterari “G. Belli -F. Lami “ avuti nel 2024 e nel 2025 , qui ricopri la carica di Presidente Esecutivo. Il Concorso è articolato in tre sezioni e precisamente sono Poesia, Narrativa e Saggistica. Ci parli del tuo ruolo sia come Accademica che come Presidente del Concorso letterario?
Appena entrata in Accademia e dopo essere stata nominata Direttrice del Dipartimento Letteratura, ho espresso al mio Presidente, Cav. Dott Franco Antonio Pinardi il desiderio di poter far nascere un Premio Letterario, non solo mi è stato accordato, ma è stato lui stesso a scegliere il nome del Premio dedicandolo al nostro fondatore Gioacchino Belli e al nostro giovane e brillante Accademico, Francesco Lami, prematuramente scomparso. Non pensavo di riuscire in questa impresa, ho chiesto consiglio ad alcuni miei amici esperti, tra cui Alessandro Quasimodo, Rita Iacomino e una persona che mi ha sostenuta in tutti i modi: Meri Lolini, grazie a lei tutto mi è sembrato più semplice, anche le cose che erano difficilissime. Mi sono aggirata nel mare magnum della burocrazia con disinvoltura, perché ero sostenuta dal Presidente dell’Accademia e dalla Segretaria Generale con la quale lavoro tutt’oggi per la seconda edizione e che è il mio braccio destro in tutto ciò che faccio. Abbiamo creato una bella squadra di giurati e di organizzatori, ma ci siamo spinti oltre il sogno, celebrando il nostro Premio lo scorso anno a Palazzo Vecchio a Firenze nel magnifico salone dei Cinquecento e questo anno a Palazzo Medici Riccardi nella Sala Luca Giordano. Non posso non citare un amico, perché tale è diventato: Andrea Ciulli. Per questo Premio abbiamo scelto Firenze perché è la città dell’Umanesimo in arte e poesia e diciamo che ci siamo trovati molto bene, sia con l’ex, che con l’attuale amministrazione comunale che è stata sempre vicina. Vedi, a me non interessano molto i ruoli che ricopro, non perché non sia grata a chi me li attribuisce, ma amo questo tipo di lavoro e lo farei anche senza avere un ruolo, ma non smetterò comunque, mai di essere riconoscente per l’opportunità data al mio Presidente. Devi sapere che provengo dal mondo associativo che mi ha formata e mi ha fatto comprendere l’importanza della collaborazione e della condivisione a prescindere dai ruoli. Quest’anno ho trovato pure la Sabrina Morelli che mi sta dando un grande aiuto nell’organizzare l’evento. Non posso non ringraziare la splendida ed eccellente giuria per il lavoro svolto. Dietro un evento ci sono tante persone che s’impegnano e lavorano sodo per la buona riuscita. Non è facile. Non siamo perfetti, ma cerchiamo di offrire il meglio ai nostri autori, tutti di grande levatura.

Ora parleremo della Cattedra delle Donne che è un progetto educativo di rilievo nazionale nato per opporre alla sotto-cultura dominante, ancora troppo spostata verso una visione maschilista, istanze di riforma etico-socio-culturali, per produrre un modello di convivenza civile ordinato all’armonia del rapporto uomo-donna, di equità, sostanziato nella sua essenza dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dalla Nazioni Unite nel 1948. La Cattedra delle Donne sposa l’agenda ONU 2030 sulla Parità di Genere (Obiettivo Nr. 5).Tu hai la direzione della Cattedra delle Donne, ci parli del tuo ruolo?
La Cattedra è l’espressione di ciò che sono, amo questo progetto mi è stato affidato dal dottor Renato Ongania, al quale non ho saputo dire di no. Sono una donna che ha lavorato sodo per crearsi i propri spazi e mi batterò sempre a fianco delle altre donne affinché possano essere libere di esprimere il proprio talento e la propria creatività. Non sempre le donne riescono ad occupare posti apicali per stupidi pregiudizi. La Cattedra è una piattaforma che contiene nomi di donne, uomini e associazioni che danno valore alle donne e che le difendono da violenze e discriminazioni. Cattedra delle Donne, significa dare voce alle donne, a tutte le donne del mondo di qualsiasi credo e lingua.
Fanno parte della Cattedra delle Donne al momento ben 11 associazioni con scopi sia culturali che sociali e tutti si riferiscono a questo pensiero “per dare corpo e vita a istanze etiche, sociali e culturali“ Potresti parlare di queste importanti collaborazioni?
E’ vero ce ne sono tante, ma quelle che hanno finora dimostrato di comprendere la mission della Cattedra delle Donne sono l’Associazione Life, la cui presidente è Rossana Lanati e il vice Rocco Latanà, L’associazione Maestro Musmarra, Amici di Versi, l’Isola Felice e la Fondazione Levi Montalcini con la quale credo di poter fare presto qualche progetto insieme alla Consulente Onoraria Giorgia Catalano. Con l’Associazione Life abbiamo dato dei riconoscimenti ad importanti donne che si sono distinte in vari campi nel Nepal e in Turchia. Ma ci sono anche donne che hanno saputo creare progetti e diffondere il nome della Cattedra.
In questo periodo è iniziata la collaborazione tra l’Accademia Tiberina e l’UNI-Marconi sarebbe interessante conoscere qualcosa di questo incontro culturale di altissimo livello.
Siamo ancora all’inizio di un percorso comune e credo che faremo molta strada insieme. Abbiamo a monte una persona che ci unisce il nostro storico e pregevole accademico Guglielmo Marconi . Al momento mi fermo qui, in seguito ci sarà modo per parlare di questa importante collaborazione. Il premio è patrocinato anche dall’Università Unimarconi e saranno presenti.
Salutiamo Antonietta e la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato parlando dell’importanza della cultura sia nelle scuole che nel vivere quotidiano e del suo aiuto nella nostra esistenza.
Grazie a te Meri per la pazienza e l’opportunità, ma soprattutto per la tua amicizia
