“Il silenzio che resta”: il nuovo libro di Antonella Aversente

da | 12 Ottobre 2025 | Libri

C’è un silenzio che urla. È quello che Antonella Aversente ha deciso di trasformare in parole, nel suo nuovo libro “Il silenzio che resta”.

Dopo il successo del suo romanzo d’esordio Revence, l’autrice cambia registro e scava nell’abisso del reale con un thriller psicologico che affronta un tema tanto attuale quanto doloroso: lo stalking.

La protagonista, Clara, è una donna che vive l’angoscia di sentirsi osservata, seguita, braccata da un uomo che non accetta un rifiuto. Una storia che riflette il dramma quotidiano di tante donne.

«Scrivere questa storia è stato un atto di coraggio – racconta – perché molte delle emozioni di Clara sono state le mie».

Le parole arrivano forti, come una confessione che rompe il muro del silenzio.

La scrittrice parla di ferite, di paura, di libertà negata, e di quella lotta quotidiana che troppe donne affrontano senza voce.

Questo libro diventa così una denuncia letteraria, un grido che si fa cultura.

«Non bisogna tacere – dice ancora l’autrice – perché anche un piccolo gesto, una parola o un ascolto sincero possono salvare una vita».

Un’opera che sconvolge, che costringe a riflettere, e che porta in primo piano la voce di chi non vuole più restare nell’ombra.

“Il silenzio che resta” è disponibile dal 13 ottobre sul sito ufficiale della casa editrice “Ossorosso Edizioni”, su amazon e sugli store online.

Biografia:

Antonella Aversente, scrittrice e blogger italiana, esordisce nel 2025 con “Revence”, un romanzo fantasy che le regala l’affetto di molti lettori. Con “Il silenzio che resta” abbandona la magia per raccontare una realtà più cruda, trasformando la paura in una storia che vuole arrivare al cuore e alla coscienza di tutti.

Sinossi:

Tutto è iniziato una sera di febbraio con una telefonata alle 22:41.

Numero privato.

Avevo appena finito di lavare i piatti.

Ricordo il suono delle gocce d’acqua che cadevano dal rubinetto, l’eco nella cucina, il freddo sulle mani.

Ho risposto per istinto, senza pensarci.

«Pronto?»

Silenzio.

«Chi parla?»

Ancora silenzio. Poi, un respiro. Uno solo. Lento. Umano.

Ho chiuso la chiamata.

Cose che capitano, mi sono detta. Sarà stato uno sbaglio.

E invece… era solo l’inizio.

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