È emergenza femminicidi: nel “rifiuto al rifiuto” la causa dell’inarrestabile mattanza

da | 17 Aprile 2025 | Attualità, Libri

Ne parliamo con L’Avvocato Gian Ettore Gassani – Presidente A.M.I

Amiche ed Amici carissimi, è con profondo sdegno che apprendiamo quanto i tragici fatti di cronaca ci riferiscono in merito al susseguirsi di femminicidi, agiti in reazione al rifiuto sentimentale.

E’ innegabile ed inevitabile che il rifiuto infligga mortificazione e disagio. Tuttavia, rassegnarsi all’accettazione non è un’opzione.

Il diniego a fronte di un approccio galante – seppure espresso con garbo -, avvilisce il corteggiatore, inducendolo in uno stato d’inadeguatezza, tuttavia, si presume che abbia aprioristicamente contemplato tale condizione nella sfera delle possibilità e, comunque, ad una cortese, ma assertiva negazione, non gli resta che rassegnarsi. Mi soffermo a sottolineare l’importanza dell’assertività nell’esprimere la negazione in quanto, non di rado accade che la donna, sollecitata da benevolo intento consolatorio, si mostri oltremodo comprensiva commettendo involontariamente il grave errore di trasmettere un messaggio confondibile con una seppur labile disponibilità. No è no!

Il dolore è oltremodo protagonista, sino a divenire crudele ed annientante, ai limiti della sopportabilità, quando l’abbandono è inferto da parte della compagna.  Subire la rottura della relazione infligge un dolore lacerante, disperatamente invocante ripensamento, il cui negato accoglimento mostra impietoso, in tutta la sua perfida intensità, il suo potere distruttivo, ma imprescindibile dal considerarsi assolutamente preclusivo ad ogni reazione che differisca dall’accettazione:

“Quando una Donna dice “no” è no!”

Che cosa non è chiaro nella contestualizzazione di quel “no” o “non voglio più”? Nulla! Risolutamente nulla, salvo la perversione del sopraffattore che, consapevole della sua propria inettitudine, arrogandosi il diritto di proprietà su di lei, la trattiene con la meschina forza bruta della minaccia, sino a determinarne la morte: “o mia o di nessun altro!”.

Approfondiamo le citate dinamiche con l’Amico, Avv. Gian Ettore Gassani, grande sostenitore dell’emancipazione femminile.

Daniela Cavallini:

Bentornato caro Gian Ettore, grazie per essere nuovamente con noi. Come al solito mi sono accaparrata il tuo pochissimo tempo libero, ma sono consapevole della Tua proverbiale generosità nel profondere aiuto soprattutto alle Donne esposte ad alto rischio vita, oppresse da maschi immondi. Immondi tanto da non esitare ad impugnare un coltello ed infierire sui loro corpi straziandoli sino all’ultimo respiro, perché “ree” di rifiutata sottomissione al loro possesso… solo per aver detto “no”.  Oggi pare che dire “no” o “non voglio più “, costituisca il fattore scatenante una reazione a dir poco parossistica. Secondo Te, da cosa scaturisce tanta violenza?

Avv. Gian Ettore Gassani:

Innanzitutto, grazie a te Dani per avermi coinvolto nella trattazione del drammatico sviluppo esponenziale di quella che definisco una vera e propria “mattanza”. Negli ultimi anni, la violenza di genere, costituisce la reale, invincibile, emergenza nazionale che neppure il Codice Rosso ha avuto il potere di contrastare. Quindi, per rispondere alla tua domanda “da cosa scaturisce tanta violenza?”, credo che il motivo sia imputabile a questioni culturali troppo gravi, troppo profonde, stratificate nel nostro paese. La violenza di genere è razionale, molto più brutale e volontaria di quanto si possa pensare e non contempla il raptus o l’amore malato, bensì ne connota femminicidi ed esecuzioni.

Daniela Cavallini:

Quando Ti ho proposto quest’ultima intervista, mi hai detto “intervengo volentieri più come Uomo e Papà, che in qualità di avvocato”, con esplicito riferimento all’importanza d’impartire un modello culturale, educativo e formativo in concerto tra scuola e famiglia. Come dovrebbero agire secondo Te le due istituzioni identificate?

Avv. Gian Ettore Gassani:

Io ritengo che la scuola italiana debba considerare di incrementare i classici programmi di studio sensibilizzando e coinvolgendo anche le famiglie in quella che empiricamente definisco “la scienza dell’educazione”, orientata al rispetto in senso lato, alla gentilezza, allo stare insieme, all’educazione civica, all’educazione emotiva, sentimentale, sessuale, al controllo delle pulsioni. E, aspetto ancora più importante, infondere nelle nuove generazioni la “cultura del no” con particolare enfasi rivolta ai maschi: ripeterò sino allo sfinimento che è insita nell’accettazione del “no” ad approcci intimi da parte del gentil sesso – sia esso rappresentato da una ragazzina o da una donna – la fine di tanta disperazione.

Daniela Cavallini:

A proposito di “cultura del no”, come si comporta (o comportato) Papà Gian Ettore?

Avv. Gian Ettore Gassani:

Nella mia vita di genitore ho detto molti sì ai miei figli. Ammetto di esserne schiavo sebbene nei limiti della decenza.

Ma sono anche un padre che nei momenti decisivi ha detto dei no, ovviamente motivati.

I no senza motivazione sono deleteri.

Per esempio, mio figlio a quattordici anni mi chiese una minicar in quanto ce l’avevano quasi tutti i compagni del suo istituto scolastico.

Gli dissi no perché in una città come Roma, con le strade larghe ed i pirati della strada che sfrecciano a velocità folli, regalare una minicar di latta ad un minorenne (e anche un motorino) è la cosa più insensata che un genitore possa fare.

Mio figlio, infatti, fino a diciotto anni è andato a scuola accompagnato da me o ha preso il tram.

Per tutte le altre richieste importanti di mio figlio, quando le ho ritenute giuste, gli ho detto di sì, anche in tal caso spiegandogli il perché.

Daniela Cavallini:

RingraziandoTi per il prezioso intervento, concludo sottolineando un ulteriore aspetto, decisamente meno considerato, ovvero che anche le ragazze devono essere educate al rifiuto, sia nell’agirlo che nel subirlo. Ritengo che le ragazze o donne che siano, abbiano assolutamente il diritto di rifiutare un approccio indesiderato scevre da ogni remora, ma anche il dovere di esprimerlo con gentilezza, rispetto ed assertività, vale a dire prestando attenzione a non ferire colui che si propone e, nel contempo, evitare di creare illusioni.  Quanto al rifiuto subìto, anche le donne devono imporsi di accettarlo senza recriminazioni. Anche quando un Uomo dice “no” è “no”.

Un caro saluto a Tutti

Daniela Cavallini

Daniela Cavallini

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