di Franca Spagnolo
Tutti scriviamo. C’è chi scrive per mestiere, per passione, altri per bisogno. Ma quanti degli scritti lasciano davvero il segno? La differenza sta nel talento o nella tecnica? Entrambi? Oppure ciò che distingue chi scrive, da uno scrittore, sta nella profondità dello sguardo? A mio parere colui che racconta ciò che vede, scrive. Uno scrittore vede ciò che sente. Un esempio?
Uno che scrive:
Camminando al parco ho incrociato tante persone. Una signora con un bambino. Una coppia di ragazzi con il cane. Davanti l’area giochi, sulle altalene, c’erano due bambine. A guardarle erano molto felici. È stata una mattinata all’insegna del relax. Diciamo che il meteo ha giocato a favore…cielo limpido e temperature primaverili.
Uno scrittore:
Stamattina mi sono svegliato presto. Avevo bisogno di stare con me, solo con me. Niente lavoro, nessun orario da rispettare…solo il desiderio di camminare. Sono uscito di casa con la mente leggera, sospesa tra spazio indefinito, e vuoto. Dopo un chilometro ho sentito l’aria cambiare. Entrando nel parco mi sono sentito accolto. Un vento leggero, muoveva le foglie sui rami degli alberi che parevano salutarmi con le mani aperte. Ho ascoltato in silenzio il fruscio, la voce gentile della natura che sussurrava storie di vita semplice. Camminando, ho incrociato una signora con un bambino. Ci siamo guardati. Quella donna aveva gli occhi neri, profondi. Ciglia lunghe che sembravano toccare il cielo, restituivano al mondo una carnalità viva e presente nel suo essere madre. Il bambino, seduto sul passeggino si guardava intorno con lo stupore di chi ha nel cuore la magia. Più avanti, due ragazzi giocavano con il loro cane. Erano belli. Vestiti di quella luce che ti porti addosso quando sei innamorato. Davanti l’area giochi, due bambine con i capelli scompigliati si dondolavano sulle altalene. Sembrava volessero toccare il cielo. E più salivano, più ridevano. Ogni capello fuori posto era un cerchio spezzato. Ogni grido di gioia un canto di libertà senza confini. Sono rimasto a guardarle. In quei volti ho riconosciuto i miei sogni di bambino. Per un istante, mi è sembrato di tonare anch’io nell’aria, con il sole in faccia e la primavera nel cuore.
Nel primo testo c’è descrizione. Nel secondo c’è presenza. Nel primo si leggono fatti, nel secondo si percepiscono anima e respiro.
Chi scrive osserva dall’esterno, registra, descrive, non entra nel respiro delle cose. Il parco è un luogo, non un’esperienza. Le persone sono solo comparse, non personaggi. Le parole di chi scrive servono a dire cosa accade, non a trasmettere cosa si sente.
Esempio:
“Una signora con un bambino. Una coppia di ragazzi con il cane.” Sono frasi corrette ma neutre.
Lo scrittore osserva da dentro, attraversa. Non descrive, fa percepire. Ogni immagine è filtrata da una coscienza viva. Le persone diventano specchi, gli alberi presenze, la luce un linguaggio.
Esempio:
“Un vento leggero, muoveva le foglie sui rami degli alberi che parevano salutarmi con le mani aperte.”
Qui l’albero smette di essere un albero e diventa un essere amico.
Chi scrive cerca la verità. Lo scrittore, quello vero, non cerca più nulla: si lascia trovare dalla scrittura. Ogni parola diventa corpo, ogni immagine diventa presenza.
“Chi scrive racconta la vita. Lo scrittore, la fa accadere.”
Namasté
Franca Spagnolo

